Domande e risposte sul tunnel del Borgovico
Alcuni sostengono che si possono trovare alternative al pedaggio. E' vero?
Sarà possibile eludere il pedaggio, ad esempio percorrendo, come adesso, la via Borgovico?
Esistono studi che possono confermare gli effetti viabilistici ?
Quali effetti si possono prevedere da un punto di vista ambientale?
Quando il Consiglio Comunale ha deliberato la realizzazione del tunnel?
Che cosa ne pensa PACO
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Il costo reale, comprensivo degli oneri finanziari, del rientro degli investimenti in un arco ventennale (ed esclusi gli imprevisti) non sarà inferiore a 200 miliardi |
L'affidamento di incarico di consulenza per lo studio della fattibilità mediante project financing (realizzazione dell'opera con investimenti privati e successivo affidamento in concessione) è datato settembre 1996; ammonta a £. 695.483.000 (alla società dr. Renato Pugno & C. s.n.c, nella persona del dott. Renato Pugno e gli avvocati Aurelio Cacace e Camillo Orlando) segue, nel dicembre dello stesso anno un ulteriore incarico alla società dott. Ing. Franco De Sievro s.a.s. di £. 54.383.000
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I cittadini che transiteranno sotto il tunnel si accolleranno il costo della sua realizzazione attraverso il pagamento del pedaggio. La stima realizzata dai consulenti nominati dalla giunta nel 1996 (consulenza costata, essa sola, oltre 695 milioni !) indica tre cifre
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Alcuni sostengono che si possono trovare alternative al pedaggio. E' vero? |
A parte quanto già riferito al punto precedente, la prima alternativa sarebbe la disponibilità di risorse pubbliche sufficienti. Il fatto, ovviamente, non ha nessun fondamento realistico. Una seconda ipotesi avanzata è l'affidamento in concessione della gestione di TUTTI I PARCHEGGI PUBBLICI della città alla società che realizzerebbe il tunnel (compresi autosilos). Al riguardo, tuttavia, oltre al fatto che i dati riportati al punto precedente non nascondono l'eventualità che le entrate potrebbero non essere sufficienti, due sarebbero gli effetti prodotti:
IN OGNI CASO: a pagare sarebbero, comunque, i cittadini
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Sarà possibile eludere il pedaggio, ad esempio percorrendo, come adesso, la via Borgovico? |
Non lo sarà, perché nessuna società accetterebbe un investimento senza la garanzia del ritorno economico. Negli studi realizzati la fattibilità è condizionata a flussi di traffico iniziali non inferiori al 60% del traffico attuale di Borgovico. Ciò implica che negli accordi sarà pretesa la chiusura al traffico delle alternative prossime. La progettazione e gli studi di fattibilità immaginano che la via Bixio sia percorribile solo in direzione nord ed alla Borgovico venga consentito l'accesso dei soli residenti.
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In presenza di pedaggio:
Con pedaggio ridotto (o nell'impraticabile ipotesi di una vera e propria assenza di pedaggio):
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Esistono studi che possono confermare gli effetti viabilistici ? |
La risposta è affermativa: uno studio, realizzato dal settore mobilità dello stesso comune di Como con un modello informatico, assumendo che la via Bixio sia percorribile solo in direzione nord, rivela che il tunnel, senza tariffazione, produrrebbe l'effetto di:
E' del tutto evidente un peggioramento complessivo della situazione viabilistica in convalle
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Un beneficio sicuro e consistente lo avrebbero, sicuramente, coloro i quali hanno progettato e visto approvare insediamenti residenziali nelle ormai ex aree produttive della via Borgovico (Subalpina, Ratti, Pessina Satex). Solo con la realizzazione del tunnel, infatti, i previsti 780 nuovi residenti del Borgovico potranno facilmente entrare ed uscire con l'auto
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Quali effetti si possono prevedere da un punto di vista ambientale? |
Ormai è un dato consolidato da tutti gli studiosi di viabilità che l'apertura di una strada definita a "scorrimento veloce" induce, come effetto primario, l'attrazione di nuovo traffico. Il tunnel avrebbe un effetto di INIETTORE di auto in una convalle che è già al collasso (si pensi al numero di chiusure parziali o totali al traffico veicolare dell'inverno passato). Secondo alcuni il pedaggio costituirebbe un deterrente. Ma se proprio si volesse usare la tariffazione come deterrente all'ingresso di auto in città, gli amministratori lo si dicano apertamente: per studiare gli effetti che tale scelta produrrebbe (sugli umori dei cittadini e degli operatori economici) non è affatto necessario realizzare opere del tutto insensate.
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Il progetto del Tunnel ha alle spalle i piani di recupero delle tre aree produttive della via Borgovico. L'approvazione di tali piani, che prevedono la realizzazione di residenze per 780 persone e attività terziarie (uffici), è stata sorretta dalla disponibilità dell'amministrazione comunale (FI-AN) a risolvere i problemi viabilistici che ciò avrebbe comportato. Si tratta di investimenti privati legittimi che porteranno, senz'altro, legittimi guadagni. Ma è giusto che debba essere la collettività ad accollarsi i costi aggiunti ? Solo in un secondo tempo il tracciato del tunnel è stato inserito nel piano regolatore, approvato in fretta e furia dall'amministrazione, allo scadere del primo mandato del sindaco Botta, nel marzo 1998.
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Quando il Consiglio Comunale ha deliberato la realizzazione del tunnel? |
Mai con un dibattito nel merito. Lo ha fatto, implicitamente, il 5 dicembre 1995 approvando il cosiddetto piano di riqualificazione urbana del Borgovico, viste le proposte dei piani di recupero della Tintoria Subalpina s.p.a., Ratti Alfredo e Pierluigi, società Pessina Satex: tale progetto prevedeva, allora, 79 miliardi di costi pubblici per quello che era definito il primo lotto, ma nessun tunnel era espressamente nominato. Si legge infatti nella delibera approvata: "realizzazione d un nuovo sistema di connessone viabilistica con la convalle degli ambiti urbani (Monte Olimpino, Ponte Chiasso, Tavernola, Sagnino) ed extraurbani (Comuni di S.Fermo, Confederazione Elvetica e comuni della sponda occidentale del Lago)"
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Il sistema maggioritario, inaugurato con l'elezione diretta del Sindaco, era immaginato capace di risolvere ogni problema amministrativo, secondo la logica che "chi vince decide e governa". La complessità dei fenomeni, delle esigenze e degli interessi che oggi sollecitano la città richiede agli amministratori capacità di analisi, di attenzione ed ascolto delle diverse voci, equilibrio nel risolvere i conflitti attraverso la costruzione di relazioni significative con e tra le diverse agenzie che agiscono sullo stesso territorio. In parole semplici: per amministrare occorre costruire il consenso, e non soltanto chiedere una delega al momento del voto. La vicenda del tunnel del Borgovico è al riguardo esemplare, ma non è la sola: analoghe sono quelle riguardanti il trasferimento dell'ospedale S. Anna fuori dalla città e la soppressione della stazione S. Giovanni. Su questi temi nessuna delega è stata data a quegli amministratori che si sono arrogati il diritto di decidere, accollando ai comaschi una serie di costi (economici ma anche sociali) oggi incommensurabili. Dinanzi a questo uso prepotente del potere delegato, i cittadini hanno la possibilità di intervenire: a Como ciò è stato reso istituzionalmente possibile dall'approvazione del regolamento per i referendum consultivi che il nostro gruppo PACO ha portato all'approvazione del Consiglio comunale. Si tratta di restituire la sovranità ai cittadini elettori, ricordando a chi è stato eletto che non gli è consentito decidere "qualunque cosa". Nessuno dei tre temi citati (tunnel, ospedale, stazione) è stato espressamente oggetto di dibattito in campagna elettorale: oggi, indipendentemente dal voto espresso allora, ogni cittadino comasco può esprimere liberamente la sua posizione almeno riguardo al tunnel, richiamando gli amministratori ad un ruolo non solo di governo, spesso per altro del tutto assente, ma di rappresentanza degli interessi condivisisi dalla cittadinanza per un recupero, almeno parziale, di quel valore essenziale che è la democrazia partecipata.
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La vicenda che riguarda il tunnel del Borgovico è utile per comprendere il modo di procedere dell'amministrazione nell'affrontare il problema della mobilità in città. E' sufficiente osservare la situazione di paralisi quasi assoluta che interessa spesso quartieri diversi di Como, con i conseguenti rischi per la salute. Ma un chiaro progetto, degno di questo nome, non sta scritto da nessuna parte, tanto meno nella testa del sindaco e dei suoi assessori. Un tale progetto dovrebbe fornire indicazioni sul come si intende agire per ridurre il traffico di attraversamento, per una efficace e conveniente integrazione tra mezzi pubblici e sistema dei parcheggi, per il traffico commerciale e di lavoro che comunque interessa gli operatori economici. Manca del tutto, invece, la capacità di progettare gli interventi in modo che siano, insieme, progressivi ed efficaci. Quelli che sono stati posti in essere sono risultati paralizzanti ed hanno imposto costi economici ed ambientali inestimabili ai cittadini ed agli operatori economici. |